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Ristrutturare invece di demolire: l’architettura circolare parte dalla città

L’urban mining e la ristrutturazione edilizia sono oggi al centro di una nuova visione dell’architettura sostenibile.

L’urban mining e la ristrutturazione edilizia sono oggi al centro di una nuova visione dell’architettura sostenibile. Trasformare edifici esistenti invece di demolirli è un gesto che ha implicazioni ambientali, sociali ed economiche. In un mondo sempre più attento all’impronta ecologica delle costruzioni, recuperare ciò che esiste è più innovativo che costruire da zero.

Cos’è l’Urban Mining e perché è centrale nel futuro delle costruzioni

Il termine urban mining si riferisce alla possibilità di recuperare materiali e risorse da strutture urbane già esistenti, come edifici, infrastrutture o impianti dismessi. In pratica, la città viene vista come una “miniera urbana” da cui estrarre valore invece che come un contenitore da sostituire.

Questo approccio permette di evitare lo smaltimento di tonnellate di rifiuti edilizi e riduce la domanda di materie prime, contribuendo alla riduzione delle emissioni legate all’estrazione, produzione e trasporto. È quindi uno strumento chiave per l’economia circolare edilizia, che punta a riutilizzare, riciclare e rigenerare piuttosto che demolire e ricostruire.

Il Superused Materials Lab di Rotterdam è uno dei primi laboratori a livello europeo a occuparsi attivamente di recupero di materiali edilizi in disuso e loro reimpiego nei progetti locali. Una vera fucina per l’urban mining applicato alla rigenerazione urbana.

Ristrutturare per ridurre gli sprechi: un’opportunità per architetti e progettisti

Ogni anno, l’Europa produce oltre 800 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione. Eppure, molti materiali – cemento, mattoni, metalli, infissi – possono essere recuperati e reimpiegati in modo sicuro ed efficiente.

Un esempio virtuoso di materiali orientati all’economia circolare è la lega Hydro CIRCAL: una lega di alluminio prodotta con almeno il 75% di alluminio post-consumo, ovvero materiale recuperato da vecchi edifici, infissi e facciate, esattamente ciò che promuove l’urban mining. Hydro CIRCAL ha certificazioni ambientali di alto livello: è tracciato, verificato da terze parti e possiede una delle più basse impronte di carbonio sul mercato (2.3 kg CO₂/kg Al).

Per gli architetti, la ristrutturazione non è più una scelta di ripiego, ma una palestra creativa. Operare in un contesto già definito, con vincoli strutturali e spaziali, stimola soluzioni innovative e l’integrazione di nuove tecnologie. Inoltre, l’uso di materiali sostenibili come infissi in alluminio riciclato garantisce alte prestazioni senza impatto ambientale.

La Fondazione Feltrinelli a Milano (Herzog & de Meuron) è un esempio eccellente di rigenerazione urbana dove la struttura combina materiali riciclati, recupero energetico e tecnologia.

Domal e l’edilizia responsabile: progettare con l’alluminio

All’interno di progetti di ristrutturazione, la scelta dell’alluminio – soprattutto se riciclato e certificato – rappresenta un valore aggiunto concreto. Gli infissi in alluminio Domal offrono:

  • alte performance termiche e acustiche,

  • design personalizzabile per integrarsi con contesti storici o contemporanei,

  • lunga durata e ridotta necessità di manutenzione,

  • totale riciclabilità a fine vita.

I sistemi Domal si rivelano particolarmente adatti a progetti di riqualificazione energetica e sostituzione infissi, contribuendo a ottenere certificazioni ambientali (LEED, BREEAM, CAM) e riducendo l’impatto sul ciclo di vita dell’edificio.

Un nuovo modo di pensare la progettazione

Urban mining e ristrutturazione sostenibile non sono tendenze passeggere. Sono parte integrante del futuro della progettazione, soprattutto in un contesto urbano dove il suolo è sempre più scarso e il patrimonio edilizio esistente va valorizzato.

L’architetto assume così un ruolo di “curatore della materia urbana”: seleziona cosa conservare, cosa trasformare, come ridurre gli sprechi e quale significato culturale attribuire al riuso.

Un esempio reale è la  Torre Arcobaleno a Milano. Un ex serbatoio d’acqua trasformato in landmark urbano grazie al recupero di materiali e al riuso artistico della struttura, diventando simbolo di rigenerazione senza demolizione.

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